mercoledì 21 ottobre 2015


Auser Osimo, in collaborazione con Snoq Osimo, supportata dalla rete Chegender di Porto Recanati, Venerdi 23 ottobre 2015 alle ore 17.00 organizza una Conferenza/dibattito sul tema dell'educazione all'affettività e studi di genere, per promuovere la corretta informazione e un sereno confronto. 

Relatori:  Valeria Fedeli  vice presidente del Senato e firmataria del DDL 1680
"Introduzione dell'educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali scolastici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università"

Luca Pierucci
psicologo e psicoterapeuta e presidente dell'Ordine degli psicologi delle Marche
"Educare all'affettività nelle scuole. I fondamenti clinici alla base delle direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità"

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli presidente di Telefono Rosa
"L'importanza dell'educazione di genere nella prevenzione della violenza e del bullismo"

Modera l'incontro la giornalista Luisa Garribba Rizzitelli

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare

Si ringrazia Hotel La Fonte per la gentile collaborazione

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Con l'occasione pubblichiamo anche la lettera aperta concordata e redatta da SNOQ Osimo, da noi di Auser Osimo e dalla Rete Chegender di Porto Recanati 


E’ QUESTIONE DI EDUCAZIONE. 
 
Lettera aperta. 

Vorremmo chiarire alcuni punti in merito alla polemica contro l’iniziativa promossa da Senonoraquando? Osimo, Auser Osimo e la rete Chegender di venerdi prossimo dal titolo “Genere Non Gender” alla quale rinnoviamo l’invito a partecipare.
Perchè l’ideologia gender non esiste?
Ormai da alcuni decenni, non sono una novità, esistono da parte di autorevoli Istituti nazionali ed europei, studi di carattere interdisciplinare sul genere e l’educazione, ovvero studi delle dinamiche legate al processo formativo e alla socializzazione degli individui, delle problematiche di genere nei contesti formativi, sociali, culturali, dell’istruzione e dell’intervento sociale, dei processi di discriminazione e condizioni di disuguaglianza, delle rappresentazioni sociali e mediatiche delle differenze di genere. Questi studi si avvalgono della collaborazione tra docenti, ricercatrici e ricercatori afferenti a diverse discipline: Pedagogia, Sociologia, Psicologia, Antropologia, Storia, Filosofia, Scienze, Medicina. Affrontano le differenze e le disuguaglianze sociali, culturali, etiche, politiche, tra i generi.
Questa complessità di intervento, in inglese Gender Studies, è stata arbitrariamente tradotta e semplificata in una inesistente teoria gender che vorrebbe trasformare tutti gli essere umani in persone asessuate. Questa è una falsità ideologica che spunta solo alla spettacolarizzazione giocando impunemente sull’emotività delle famiglie.

Perché è importante l’educazione sessuale e affettiva?
Anche su questo punto c’è una grande manipolazione delle indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si agita lo spauracchio di lezioni, fin dall’asilo, di pratiche sessuali di vario tipo da parte delle insegnanti. Sono vere e proprie falsità, che saranno spazzate via dall’intervento della senatrice Fedeli.
Il Ministero per l’Istruzione ha esplicitamente ribadito che “Nell’ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione. Si ribadisce, quindi, che tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo.”
Nella nostra società, dove regna sovrana indisturbata la pornografia di internet, sono in aumento le infezioni a trasmissione sessuale tra i giovanissimi, le gravidanze indesiderate, gli aborti clandestini, la violenza sessuale, il bullismo.
Un’educazione sessuale competente ed adeguata all’età non può che aiutare bambine e bambini, ragazze e ragazzi, a maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità. Essi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di arricchimento che di rischio. In questo modo saranno messi in grado di agire responsabilmente non solo verso se stessi ma anche verso gli altri nella società in cui vivono.

L’educazione sessuale deve essere fatta in famiglia? Certamente!
Ma quante sono le famiglie che sono in grado di fornire ai propri figli informazioni competenti, complete, adeguate? Quanti di noi sapranno utilizzare una terminologia appropriata per spiegare l’anatomia femminile e maschile, l’evoluzione corporea e psicologica, i turbamenti dell’età dello sviluppo, quanti sapranno rispondere alle domande, al bisogno di conoscere e capire, senza farsi condizionare da propri personali timori o remore sull’argomento?
I giovani e le giovani hanno bisogno di entrambe le forme educative, quella familiare e quella professionale. Da una parte hanno bisogno di amore, di propri spazi e sostegno nell’ambiente sociale quotidiano per potersi formare una propria identità; dall’altra hanno anche bisogno di acquisire determinate conoscenze e competenze per le quali i professionisti giocano un ruolo importante.
L’esperienza di paesi del nord Europa ha dimostrato che una regolare educazione scolastica in materia di affettività e sessualità, ha migliorato le relazioni tra i sessi, innalzato l’età del primo rapporto sessuale, diminuito le gravidanze indesiderate, ridotto il bullismo.

Il vero problema non sono l’educazione sessuale e affettiva professionale e competente, l’educazione di genere, il contrasto al bullismo e all’omofobia. Il vero problema è la non educazione sessuale da un lato e la dis-educazione e la mala informazione dall’altro, nelle quali le nuove generazioni stanno crescendo. Una corretta informazione rientra tra i diritti civili della persona, sta a noi garantirla. Da che parte vogliamo stare?

AUSER Osimo
SNOQ Osimo
Rete Chegender

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